Mozart: Le opere

Le nozze di Figaro”, “Così fan tutte”, “Don Giovanni”: non è difficile trovare il comune denominatore di queste famosissime opere liriche. Fanno tutte, infatti, parte dell’infinita e ricchissima produzione di Wolfgang Amadeus Mozart. Sono soltanto alcuni titoli, tra i più famosi, dell’illustre compositore e musicista austriaco, definito dal “Grove Dictionary of Music and Musicians” come “il compositore più universale nella storia della musica occidentale”.

Senza dilungarsi troppo sulla biografia di un personaggio straordinario, a tutti nota e da tutti apprezzata, e sui suoi innumerevoli viaggi in Italia, che hanno influenzato molto la sua composizione, pensando alle opere di Mozart, il primo titolo che viene in mente è “Le nozze di Figaro”, che arriva già in un periodo maturo del compositore, negli anni ’80 del 700. È la prima di tre opere italiane scritte Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte (cui seguiranno “Don Giovanni” e “Così fan tutte”), tratto dalla commedia “Le mariage de Figaro” di Beaumarchais. Fu proprio Mozart a proporre il testo a Da Ponte, chiedendogli di tradurlo in italiano e di eliminare tutti gli elementi di satira politica. L’opera è divisa in quattro atti e racconta le vicende del Conte d’Almaviva, in un intreccio vivo e serrato, fatto di amori, donne, uomini, passioni e drammi: una metafora delle diverse fasi dell’amore, o anche la presa in giro delle classi sociali dell’epoca.

A seguire, in questa speciale trilogia che segna il connubio con Da Ponte, il “Don Giovanni”, composta nel 1787, quando Mozart aveva 31 anni: anche in questo caso la storia originaria è già nota, dagli scritti di Giovanni Bertati a quelli di Moliere. Nell’opera di Mozart dietro la figura dell’inguaribile seduttore vi è anche una lettura più politica. Non va dimenticata, poi, “Così fan tutte” che chiude questo terzetto di opere “buffe” su libretto di Lorenzo Da Ponte. In questo caso al centro della storia c’è l’amore, sia quello superficiale e volatile dal lato della donna, che viene messo alla prova dal classico meccanismo dello scambio delle parti, sia l’amore maschile che, in questo caso, viene mostrato come più maturo e tendente al perdono.

È la fede delle femmine come l’Araba fenice: che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa!”, uno dei versi più noti dell’opera.